
Didattica di eccellenza, il commento di Andrea Bussi
L'Hi-tech non fa per Buffett
a cura di Andrea Bussi
Warren Buffet, classe 1930, è uno dei più grandi profeti degli investimenti di sempre e punto di riferimento anche per i grandi magnati della finanza. Con un utile netto di oltre $85 miliardi, è oggi il quarto uomo più ricco al mondo secondo la classifica di Forbes. Conosciuto come “The Sage of Omaha”, è considerato un self-made man che, il giorno 11 marzo 1942, nel pieno delle battaglie del Pacifico della II Guerra Mondiale, metteva già a segno il primo investimento azionario nel campo petrolifero alla sola età di 12 anni. Supportato da suo padre Howard, deputato Repubblicano, acquistò, con i risparmi che aveva iniziato ad accumulare sin da quando aveva 6 anni, 3 azioni della Cities Service Company di Henry Doherty per un totale di $114.75. Durante il “Q&A - Berkshire Hathaway Annual Meeting 2018”, Warren raccontò che vendette il 10 luglio dello stesso anno, a causa di una perdita iniziale del titolo, le 3 azioni realizzando un utile di $5.25. Quello fu l’episodio grazie al quale iniziò a puntare sugli investimenti a lungo termine in quanto, successivamente, le azioni della City Services continuarono a salire fino ad arrivare a $202. Da quel mancato guadagno, Buffett imparò tre lezioni. La prima, di non fissarsi eccessivamente sul costo d’acquisto di un'azione. La seconda, di non correre a vendere, senza pensarci due volte, per ottenere un piccolo profitto. La terza lezione riguardava l'investimento dei soldi di altre persone: se avesse commesso un errore, qualcuno avrebbe potuto arrabbiarsi con lui e, per questo, l’assunzione della responsabilità della gestione dei soldi altrui sarebbe avvenuta solo con la sicurezza del successo.
CEO della Berkshire Hathaway (BH), conglomerata americana classificata col SIC Code 6331 che categorizza le aziende operanti nel “Fire, Marine & Casualty Insurance”, Buffett ha puntato nel tempo ad acquisizioni e scalate di aziende operanti nei settori più vari tra i quali bancario, assicurativo, alimentare, tessile, e quello delle telecomunicazioni. La sua avversione ai titoli tech potrebbe essere sintetizzata con la famosa frase 'Non investire mai in un'attività che non puoi capire' (*1) che, a fine 2015, riflettette probabilmente lo stato d’animo di Buffett per la situazione scottante della IBM dove venne registrata una perdita di $2.6 miliardi tra il costo di acquisto ($13.8 miliardi) e il valore di mercato ($11.1 miliardi). La New Economy si è rivelata essere un campo minato per il pupillo di Benjamin Graham che negli anni si è visto sfuggire ottimi affari, nel campo della tecnologia, tra cui Amazon e Alphabet. Il 16 maggio 2016, Buffett pagava una media di $101 ad azione di Apple comprandone 9.8 milioni ma, solo 20 giorni prima, Apple, diffondendo i dati sul trimestre, evidenziava una perdita del 13%. Da lì, il guru della finanza ha scommesso molto sull’azienda di Cupertino arrivandone a possedere, come dichiarato nell’articolo di luglio de “Il Sole 24 Ore”, ben 245 milioni di titoli. Intervistato da Rebecca Quick, co-anchorwoman del programma “Squawk Box” di news finanziare in onda sulla rete CNBC, il 24 febbraio 2020, solo due giorni dopo aver pubblicato la lettera agli Shareholders dove aveva dichiarato di possedere il 5,7% della Apple, definisce l’azienda della mela morsicata come il miglior business del mondo e 'terzo business più grande' dopo gli interessi assicurativi e ferroviari per la stessa BH.
Ma, fermandosi ad osservare l’andamento della compravendita di azioni Apple da parte di Buffett, è possibile realizzare che, in quest’ultimo anno, Apple è stata utilizzata per portare denaro fresco nelle casse della BH. È probabile che, con l’incertezza dovuta a quella che a fine 2019 veniva inizialmente considerata epidemia, gli obiettivi del “profeta” potessero essere altri e, già nell’ultimo SEC FORM 13F(*0) di fine 2019, risultava una vendita di $800 mil. di azioni Apple ed un investimento di $192.4 mil. nella Biogen, azienda biofarmaceutica.
Il 2020 ha portato, in generale, uno scombussolamento sui mercati finanziari dovuto dal totale blocco di alcune categorie di mercati. L’industria Aeronautica ha subito un drammatico stop a causa delle limitazioni di movimento dovute alla pandemia causata dal COVID-19. Come riportato dalla CNBC, in una delle riunioni di maggio con gli shareholders, Buffett è corso ai ripari annunciando la completa vendita delle azioni delle compagnie aeree Southwest, Delta, United e American poichè ipotizzava una ripresa molto lunga. In più, la BH ha ridotto dal Q2 la quantità di azioni del 2% di Axalta Coating Systems(*2), del 5% di DaVita(*3), del 6% di Liberty Global Class A(*4), del 6% di Liberty Latin America Class A(*4), del 35% di M&T Bank(*5), del 42% di Barrick Gold(*6), del 46% di Wells Fargo(*5), del 64% di PNC Financial Services(*5), del 95% di JPMorgan Chase(*5) e del 3% della stessa Apple(*7). Precedentemente nel Q1 aveva ridotto, tra le altre, Mastercard(*5) del 7%, Visa(*5) del 5% e azzerato Goldman Sachs(*5).
La preoccupante svendita dei titoli bancari potrebbe essere stata o una risposta alla legge 12 U.S. Code § 1842 per la quale, la soglia limite come azionista nel CdA delle banche quotate, è del 10% per non essere considerata holding bancaria oppure, interrogandosi sugli avvenimenti mondiali attuali ed ipotizzando possibili ripercussioni, una scommessa su grandi aziende farmaceutiche che lavorano allo sviluppo di un vaccino contro il COVID-19 (Merck, Bristol Myers Squibb e AbbVie). Quest’ultima ipotesi è giustificata dal fatto che, nel III quarter 2020, la BH ha investito nei drugmakers $5.66 miliardi.
Mia opinione personale, Buffett, ad oggi, non è ancora lanciato nella “corsa all’oro” dell’hi-tech in quanto, tolta Apple, detiene briciole di Amazon, Verisign e Stoneco. Apple rimane sì la maggiore fetta degli investimenti della BH ma perchè i prodotti sono considerati come “Consumer Electronics”, cioè dispositivi d’uso quotidiano, e, in aggiunta, il marchio creato da Steve Jobs è un orgoglio nazionale presente in tutte le case degli americani così come la Moka Bialetti nelle case degli italiani. Warren Buffett continua a scommettere su un’azienda che produce qualcosa che è diventato un must-have e che difficilmente, a meno di gravi errori del senior management, potrà rovinosamente fallire.