
L'educazione finanziaria con i fondamentali: il rating
a cura di Costantino Formica, Professore straordinario di Economia degli Intermediari Finanziari presso l'Università Telematica Pegaso
Qualche giorno fa l’Agenzia Fitch ha alzato il rating dell'Italia a "BBB". Il precedente valore era "BBB". L’Outlook (ovvero la previsione) è stabile. La crescita economica trimestrale è stata del 2,7% e del 2,6% rispettivamente nel secondo trimestre di quest'anno e nel terzo trimestre, "ben al di sopra dell'intera zona euro". Fitch si aspetta che il "Pil raggiunga il livello pre-pandemia nel primo trimestre del 2022".
Si tratta del cosiddetto rating di lungo termine che sta a significare, per gli stati, la capacità di rimborsare il debito contratto per far fronte alla spesa pubblica. Nell’area delle tre B gli analisti indicano che l’Italia “presenta adeguate capacità di rispettare gli obblighi finanziari. Tuttavia, condizioni economiche avverse o cambiamenti delle circostanze sono più facilmente associabili ad una minore capacità di adempire agli obblighi finanziari assunti.”
Esistono diverse agenzie di rating (o di valutazione); le più conosciute ed influenti sono Moody’s, Standard & Poor’s e Fitch Ratings, tutte nate all’inizio del ‘900 con l’obiettivo di affrontare il problema dell’asimmetria informativa presente sul mercato finanziario, riducendola ed agevolando così le decisioni di investimento.
Negli ultimi anni sono stati sollevati dubbi sull’operatività e obiettività di queste agenzie, arrivando a parlare addirittura di “dittatura degli analisti”: i dubbi sono stati alimentati dal mancato riconoscimento da parte delle agenzie di rating dei rischi sottostanti aziende come Enron, Parmalat o Lehman Brothers, o dai problemi causati alle finanze pubbliche ed all’economia degli Stati i cui debiti pubblici sono stati declassati dalle agenzie di rating.
I maggiori dubbi sul ruolo delle agenzie di rating derivano dal potenziale conflitto di interesse in cui queste agenzie si trovano: nonostante aspirino ad avere un ruolo di terzietà, non sono soggetti terzi a finanziare le loro costose analisi che portano all’emissione del rating, ma le stesse società valutate o singoli investitori con molta liquidità da allocare.