Eventi perturbatori a seguito dell'emergenza epidemiologica da Covid-19
“COFFEE TIME LECTURES” è una rubrica curata dal Prof. Andrea Quintiliani, Professore straordinario di Economia degli Intermediari Finanziari, che raccoglie alcune riflessioni sui temi di Economia e di Finanza aziendale all’epoca del Covid-19.
Un piano che esclude gli eventi perturbatori si rivela inutile e anacronistico prima ancora di essere concepito. Oggi abbiamo maggiore contezza sul fatto che il Covid-19 si sia rivelato un cigno nero, ma è bene precisare che nell’ottica del piano d’azienda è un cigno nero ad impatto esponenziale. Pertanto, il pianificatore è chiamato a configurare scenari in grado di cogliere elementi di disturbo quali, ad esempio, i potenziali eventi perturbatori. Alcuni di questi eventi potrebbero originare proprio dal Covid-19.
Per chiarezza, è noto che la prima influenza spagnola del 1918, sebbene altamente contagiosa, mostrava un tasso di letalità del 0,1% tra le persone infette, al pari di una normale influenza; in seguito, siamo nell’estate del 1918, il tasso si attestò al 5%, così palesando la gravosità dell’evento epidemico, 50 volte più letale della normale influenza. Ai giorni nostri, come per la spagnola, nessun epidemiologo può esprimersi su quale potrà essere l’evoluzione futura del Covid-19 e del suo tasso di letalità; ne consegue che la direzione aziendale è chiamata a interrogarsi sui comportamenti da adottare nell’ipotesi di scenari peggiorativi/pessimistici.
Tra gli altri eventi perturbatori conseguenti al Coronavirus, non marginali si rivelano i conflitti politici che, a loro volta, potrebbero innescare crisi istituzionali, disordini sociali, spaccature geopolitiche, etc. Pertanto, i gestori d’azienda sono chiamati a formulare ipotesi circa le probabilità di accadimento di questi eventi perturbatori e il loro impatto in sede di configurazione degli scenari. È bene precisare che potrebbero esservi eventi perturbatori non direttamente collegabili al Covid-19.
Ad esempio, l’inizio del 2020 ha visto l’Africa Orientale invasa da sciami famelici e devastanti di locuste; tale fenomeno è da imputarsi alle piogge, insolitamente intense a causa dei cambiamenti climatici. Questi voraci parassiti hanno distrutto interi raccolti e messo a repentaglio la sicurezza alimentare di Paesi come l’Etiopia, il Kenya, la Somalia e altri Paesi del Corno d’Africa. Pur non essendoci un nesso di causalità diretta con il Covid-19, appare evidente come l’evento pandemico abbia ulteriormente esacerbato l’emergenza locuste; in effetti, le chiusure, il distanziamento sociale, le restrizioni di movimento, le interruzioni del transito nelle catene di approvvigionamento, hanno contribuito a svilire le azioni di contrasto e di controllo delle locuste. Inoltre, i Paesi ricchi, in quanto impegnati a fronteggiare l’emergenza Covid-19, si sono trovati impossibilitati a fornire quegli aiuti umanitari che solitamente si garantiscono in situazioni di normalità.