
I bias cognitivi
“COFFEE TIME LECTURES” è una rubrica curata dal Prof. Andrea Quintiliani, Professore straordinario di Economia degli Intermediari Finanziari, che raccoglie alcune riflessioni sui temi di Economia e di Finanza aziendale all’epoca del Covid-19.
L’uomo nel fare previsioni si comporta, il più delle volte, come una scimmia bendata che lancia freccette; tale comportamento, come chiariscono Philip Tetlock e Dan Gardner nella loro eccellente opera monografica “Superforecasting: The Art and Science of Prediction”, non è molto diverso da quello esibito dal previsore più esperto chiamato a fare previsioni economiche a cinque anni. I motivi sono da ricercarsi nei bias cognitivi, estremamente influenti sui processi di previsione e pianificazione.
Ad esempio, “l’overconfidence bias” vede l’uomo sovrastimare le proprie abilità predittive in ragione di un eccesso di fiducia che, da ultimo, limita la sua capacità di valutare scientemente ipotesi alternative. Molteplici studi dedicati alla finanza comportamentale hanno dimostrato che i leader d’azienda prendono decisioni errate a causa di un eccesso di fiducia, il più delle volte giustificato dal successo ottenuto in passato: una sorta di pregiudizio/errore cognitivo indotto dal ricordo del passato di successo. Chi si ritiene infallibile mostra un bias cognitivo classificato come “bias del punto cieco” (bias blind spot).
Ma attenzione! È scritto nella Bibbia, Libro dei Proverbi (16:18): «La superbia precede la rovina, e lo spirito altero precede la caduta». Un altro bias cognitivo, noto per il significativo impatto sulle attività di previsione e di pianificazione, è “l’optimism bias” (bias dell’ottimismo) che induce l’uomo a pronosticare un futuro roseo. Ritengo che il bias dell’ottimismo possa indebolire la capacità dell’imprenditore di pianificare con approccio razionale; l’inclinazione a percepire il futuro roseo, potrebbe portare l’imprenditore a enfatizzare le opportunità e sottovalutare i rischi e le minacce conseguenti al Covid-19.
Non marginale, per il ruolo che esercita nel decretare l’insuccesso dei piani d’azienda, è il “bias di conferma (confirmation bias) che vede l’imprenditore cercare informazioni che sostengono i propri convincimenti; da ciò, ignorando o sminuendo le informazioni che li contraddicono. Pertanto, coloro che indossano lenti ideologiche, o che esprimono opinioni sul futuro apparentemente inconfutabili e viziate dal pregiudizio, sono destinati a fare previsioni errate o, quanto meno, poco accurate rispetto a coloro che, al di là dei pregiudizi, si concentrano sul rigore e sulla precisione delle indagini.