
Pensiero proattivo Vs. Pensiero reattivo
“COFFEE TIME LECTURES” è una rubrica curata dal Prof. Andrea Quintiliani, Professore straordinario di Economia degli Intermediari Finanziari, che raccoglie alcune riflessioni sui temi di Economia e di Finanza aziendale all’epoca del Covid-19.
È lecito chiedersi cosa ci riserverà il futuro: una terza ondata epidemica? Una quarta? Domande che ovviamente non facilitano le attività di pianificazione. Il problema è che il pianificatore non ha un calendario rigoroso e attendibile sul quale sviluppare un piano. Un approccio utile è quello di dare uno sguardo ai numeri delle epidemie nel passato; solo in questo inizio secolo abbiamo assistito allo scoppio di numerosi fenomeni: “Malattia della mucca pazza” (2001), “SARS” (2002), “Influenza aviaria (2005)”, “Influenza suina” (2009), “Ebola” (2013) e oggi anche il “Covid-19” (2020).
Ne consegue che il piano dovrà mutuare e validare i dati ereditati dal passato; ad esempio, la pianificazione degli scenari deriva dal tentativo di applicare regole utili alla stima dell’Odds ratio ossia il rapporto tra la probabilità (p) di un evento e la probabilità che tale evento non accada (1-p). Un quesito importante è se l’evento pandemico vedrà l’azienda agire in modo “reattivo” o “proattivo”. La differenza risiede nell’approccio adottato dalla governance d’impresa davanti a una situazione problematica da risolvere.
Il pensiero reattivo può sintetizzarsi nella seguente affermazione:«Non posso farci niente. Non dipende da me»; viceversa, l’approccio proattivo può riassumersi con la seguente affermazione: «Consideriamo bene le alternative. Mi assumo la responsabilità». Il pensiero passivo che domina l’impresa reattiva è preludio alla inadeguatezza e alla sconfitta. L’organizzazione proattiva è quella che ha acquisito, sviluppato e coltivato la “consapevolezza situazionale” (situation awareness).
La consapevolezza situazionale consente all’impresa di mettere insieme i molteplici e complessi tasselli (informazioni) di un mosaico idoneo a rappresentare, in maniera statica o dinamica, la situazione dell’azienda; un vero e proprio stato di grazia che vede l’impresa sviluppare idonee strategie di emergenza, modificabili e adattabili “work in progress”.