Coesione sociale, la sterile retorica dell'Unione Europea
Nel prossimo quarto di secolo il baricentro economico dell’Unione Europea si sposterà ancora più a Settentrione, nel cuore profondo della Germania. I dati dell’Istituto di ricerca di Colonia non lasciano dubbi: nel periodo 2009-2018 il PIL del Nord è cresciuto del 37,2%; quello dell’Est addirittura di quasi il 50% anche se qui si parte da posizioni strutturali più arretrate. Il Sud arranca con un modesto +14,6%.
Che l’Europa prosegua il suo cammino a doppia velocità è cosa nota. Ma il fatto che le prospettive per i Paesi mediterranei (Portogallo, Spagna, Italia, Grecia e così via) siano tutt’altro che incoraggianti da qui a 25 anni ci deve far riflettere.Per il Sud dell’Unione il momento è cruciale: o saremo in grado di utilizzare al meglio le ingenti risorse finanziarie del Recovery Fund o saremo perduti per sempre.
Con buona pace della sterile retorica sulla coesione sociale risonante nei corridoi del palazzo di Bruxelles.

Purtroppo ci tocca constatare che in questa equazione i fattori sono più solo due, Nord e Sud Europa; dagli ultimi sviluppi anche l’Est si è messo ad alzare la voce, con la Polonia e l’Ungheria che bloccano il Recovery fund (e l’avvio della prima tranche da 20 miliardi per l'Italia) per i veti incrociati del premier polacco Mateusz Morawieckie e del leader ungherese Viktor Orban. E perché? Per l’opposizione al nuovo bilancio comunitario che prevede un meccanismo che condiziona l'esborso dei fondi comunitari verso quei Paesi che non rispettano lo stato di diritto. E certamente tanto Budapest quanto Varsavia hanno già la "fedina" sporca”. Abbiamo voluto l’Europa a 27? Bene, queste sono le conseguenze quando si includono Paesi che non sono pronti, e si dà loro lo stesso peso e lo stesso potere degli altri 25. 2 Paesi (marginali) che ne bloccano 25. Complimenti.

Se Budapest e Varsvia sono così trasparenti e sicuri di non aver bisogno di condizionalità legate al rispetto delle libertà civili e dei diritti umani dei propri cittadini perché si ostinano con atteggiamenti ultra-sovranisti e a tenere sotto ricatto gli altri 25 Paesi dell'Unione Europea? Assurdo! E dire che proprio la Polonia è uno dei paesi europei più colpiti dal Covid-19. Non scherziamo, qui è in discussione uno strumento finanziario di una portata storica senza precedenti pari a 750 miliardi di euro per far fronte all'attuale gravissima sanitaria ed economica. Spero proprio che Polonia ed Ungheria si ravvedano, perché questi "giochini" politici al massacro danneggiano, appunto, anche i loro cittadini. Buona settimana. VM