
Didattica d'eccellenza, il commento di Marika Franceschelli
Sul credito tirare la corda è pericoloso
a cura di Marika Franceschelli
Gli americani la chiamano “tantrum”, un noto economo tedesco- americano diceva che “in economia gli eventi ci mettono più di più ad accadere di quanto credi, ma poi accadono più in fretta di quanto pensavi fosse possibile” ed è proprio questa l’attuale situazione del reddito fisso in Europa.
Difficile da credere, ma che c’è chi è disposto a farsi carico di un rischio altissimo di una brusca caduta dei prezzi dei titoli di Stato seguita al ritorno di una leggera inflazione. Ovunque in Europa i prezzi delle obbligazioni sono altissimi a fronte di rischi molto elevati per rendimenti minimi o negativi.
Oggi la depressione dei rendimenti si sta estendendo persino all’Europa emergente e a titoli privati con “rating” spazzatura, tutto ciò determinato da diversi fattori. Primo fra tutti è senza dubbio il fatto che la liquidità delle banche centrali e l’attesa che ne arriverà altra sta tenendo in alto tutte le barche, ma non solo, le banche commerciali si finanziano a Banca centrale europea e tendono a comprare e detenere molti titoli di Stato nazionali che hanno rendimenti un po' meno negativi. In secondo luogo, sono le rigide regole d’investimento dei fondi pensione, costretti ad investire in una situazione di perdita, piuttosto che mantenere fermo il proprio denaro; parallela è la situazione dei grandi fondi speculativi che guadagnano finanziandosi a breve termine con tassi molto negativi, per poi reinvestire su titoli di Stato europei a lungo termine con tassi meno negativi.
Se da un lato questa situazione è piuttosto critica e di difficile gestione, dall’altro è senza dubbio un buon momento per la finanza pubblica e per l’accesso al credito di famiglie ed imprese. Ma quanto questa situazione può durare? Per quanto ancora gli investitori saranno indotti ad assumere rischi così elevati? Ecco che allora i primi segni di una “tantrum”, di quella goccia che fa traboccare il vaso, una bizza improvvisa del mercato che scatta al primo innesco. Una guerra commerciale degli Stati Uniti può portare più inflazione, che porterebbe a sua volta ad una discesa del valore dei bond. Un rapporto privato di J.P. Morgan mette in guardia che si avvertono i primi segnali di un deterioramento delle condizioni di liquidità del reddito fisso e di un ritorno di volatilità, normalmente segni premonitori di un evento che può prendere di sorpresa e distruggere molto valore. Potremmo trovarci davanti alla situazione che per salvare un sistema finanziario dai rischi di collasso dovuti ad improvvisi shock della liquidità, la Banca centrale europea potrebbe incorrere nell’effetto opposto mettendo a rischio l’esistenza delle banche europee. Non solo una corda che rischia di spezzarsi, ma anche un’austerity finanziaria che porta, se non controllata, ad un forte sbilancio e ad un collasso dei titoli di Stato, con conseguente sfiducia negli investimenti.