
Sabato 17 Ott, 2015
L'editoriale del direttore Elio Pariota: I supermarket della sobrietà
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Ricordo a me stesso che per biodegradare alcuni rifiuti occorre qualche annetto: 5 anni per una gomma da masticare, dai 10 ai 100 anni per una lattina d'alluminio per bibite, oltre 1000 anni per un contenitore di polistirolo, 100 anni per schede telefoniche, 400 anni per un pannolino usa e getta; e potrei continuare…
In Germania, dove si producono 16 milioni di tonnellate di rifiuti all’anno, ci hanno ragionato: di questo passo – avranno pensato – il nostro bel Pianeta diventerà presto una gigantesca pattumiera, un’autentica vergogna intergalattica. E così due giovani donne tedesche hanno dato vita qualche anno fa al supermercato ecologico che mette in atto il principio della “filiera corta”, ossia la vendita di prodotti sfusi privi dei costosissimi e dannosi involucri di plastica o di cartone. La cosa parrebbe funzionare.
In Italia di recente sono sorte alcune catene commerciali che hanno adottato gli Eco Point che effettuano la vendita “alla spina”. Certo, a vederli non è il massimo. Non vi è nulla di colorato sugli scaffali, nessuna induzione all’acquisto. Qui il marketing non è di casa. La parola d’ordine è sobrietà. Ognuno porta i contenitori e li riempie di prodotti tutte le volte e nella quantità che desidera.
Un’inversione delle nostre abitudini. Tanto semplice quanto necessaria.