La liturgia del Covid
C’è stato un tempo nel quale ai Re di Francia e d’Inghilterra veniva attribuito il potere di guarire gliappestati e gli scrofolosi con un semplice tocco delle mani.
Miracolo? Piuttosto una gigantesca notizia falsa di epoca medievale, propagatasi nei secoli, che il grande storico francese Marc Bloch ci ha rappresentato nelle pagine del suo saggio “I re taumaturghi”.
Una ipnosi collettiva che ha retto fino a quando è stato possibile dare lievito alla credenza popolare.
La pandemia di questi mesi non si nutre di miracoli, ma di una liturgia ben più potente: quella dell’amplificazione attraverso i media; con aggiornamenti in tempo reale su ammalati, deceduti, guariti… In attesa del vaccino.
La sensazione è che il Covid finirà quando non avremo più voglia di considerarlo letale; quando la stanchezza alla lunga fase di costrizione prenderà il sopravvento sulla nostra resilienza; quando – pur tra mille cautele, agendo con senso di responsabilità e nel rispetto delle norme – decideremo di riprenderci la nostra vita.