
Venerdì 27 Mag, 2016
L’editoriale del direttore Elio Pariota: Amici meno di prima
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Lo abbiamo detto cento, mille volte: l’amicizia è una cosa seria e non ha niente a che vedere con l’effimera conoscenza drogata dai numeri dei social. Avere migliaia di conoscenti su Facebook può voler dire poco o nulla.
Gli amici veri – si è sempre sostenuto – si contano sulle dita di una mano. Falso.
A sgretolare le nostre sempre più residuali certezze ci hanno pensato i geniacci dell’Università di Tel Aviv con la collaborazione del Mit di Boston. I nostri eroi – che proprio non la vogliono smettere di farci sentire soli e insicuri in un mondo spersonalizzato e angosciante – hanno inventato la “macchina dell’amicizia”, ossia un algoritmo in grado di evidenziare chi ci vuole davvero bene e chi bara.
Su un campione di 600 studenti fra Europa, Stati Uniti e Israele è venuto fuori un dato sorprendente: il 95% di essi pensava che la propria amicizia fosse ricambiata, ma l’infernale algoritmo ha sentenziato in maniera inappellabile che solo il 50% dei casi analizzati rientrava nella categoria delle amicizie bidirezionali.
Qualcuno ha pure sperimentato la sincerità su Facebook, con risultati devastanti. Dire pane al pane e vino al vino sul più importante dei social significa vedersi dimezzare in poco tempo il numero degli “amici”.
Una famosa citazione asserisce che la società può esistere solo su una certa base di cortesi bugie e a patto che nessuno dica esattamente ciò che pensa. E’ dura ammetterlo, ma è così.