
Domenica 07 Feb, 2016
Cultura digitale
3015
1
Il mondo del lavoro non può fare a meno del digitale e chiede a gran voce una formazione on line. I risultati dell’analisi realizzata da Randstad - l'agenzia per il lavoro specializzata nella ricerca e selezione del personale e nella formazione – tesa ad evidenziare le competenze del futuro indagando su un campione di 14 mila dipendenti sparsi in 34 Paesi, non lascia spazio a fraintendimenti: in Italia un lavoratore su due si dice certo che la propria attività entro dieci anni sarà completamente automatizzata (a livello globale lo ritiene il 31 per cento dei lavoratori) e ben otto dipendenti su dieci invitano gli studenti a concentrarsi sul telematico e su carriere scientifiche e tecnologiche. Dunque, si certifica che la società globale considera la Rete quale modello relazionale di riferimento. Chi ancora professa scetticismo sulle capacità di Internet di creare un ambiente premiante è pregato di rivedere alla svelta le proprie posizioni. Vanno bene le critiche, sia chiaro. Come potremmo negare, ad esempio, che il mancato controllo delle fonti informative nel mare magnum della Rete contenga – extrema ratio – alcuni elementi di pericolosità sociale? E come non ammettere che Internet abbia reciso molte intermediazioni professionali fino a qualche decennio fa ritenute indispensabili? Tuttavia è innegabile che l’utilizzo della Rete implichi un arricchimento culturale di massa. E con esso la richiesta di una formazione continua che le analisi di Randstad hanno reso palese. Ci si rassegni. Prima si abbandona mentalmente quel mondo lento e analogico che ci ha accompagnato per decenni (e che non esiste più) e meglio sarà per l’avvenire dei nostri figli.