
Sabato 20 Giu, 2015
L'editoriale del direttore Elio Pariota: I Muri della paura
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Credevamo di avercela fatta 26 anni fa. Ci eravamo illusi che la caduta del Muro di Berlino avesse estirpato per sempre le logiche perverse della politica di potenza e degli egoismi di parte. Avevamo confidato in un mondo aperto, multiculturale e solidale. Ci ritroviamo, purtroppo, a fare i conti con una drammatica regressione dell’orologio della Storia. Quel mondo al quale molti popoli aspiravano non c’è più, forse non c’è mai stato. Al suo posto una comunità planetaria impaurita dalle conseguenze degli esodi di massa; e una politica incapace di mettere in campo soluzioni idonee ad arginare una crisi umanitaria senza precedenti e senza fine. Sicché l’unica facile scorciatoia per contenere i flussi di milioni di disperati che fuggono da guerre, da carestie e da condizioni di vita miserevoli, è la chiusura delle frontiere. Chilometri di muri e di filo spinato segnano il cordolo tra gli opulenti Stati Uniti e l’America Centrale, tra gli Stati dell’Africa del Nord, dell'Asia Centrale, del Medio Oriente, dell'Europa. E’ curioso constatare come la globalizzazione si affermi più per via telematica che fisica. Essa corre nella Rete omologando usi, costumi ed economie; ma si arresta - sin quasi a rinnegare la propria ragion d'essere - dinanzi alla percezione del pericolo di perdita delle identità culturali. I muri cominciano a sorgere ovunque. E con essi si affaccia un’alba nient’affatto rassicurante.