L'editoriale del direttore Elio Pariota: Il grande assente

E sullo sfondo ci siamo anche tutti noi! Da un lato la delusione che proviamo per questi poveracci che sono partiti da lontano per fuggire a drammi inenarrabili, affrontando ad ogni momento la prova decisiva per la sopravvienza, cercado la terra promessa. Dall'altra la nostra consapevolezza che la terra promessa non sta più qui, che oggi siamo una regione d'Europa ed anche con grande fatica e scarsa affezione. Che abbiamo mille problemi nostri che vorremmo egoisticamente privilegiare. Ed è proprio l'Europa che fra le mille carenze non ha una politica comune da proporre all'immigrazione. Non per spostare il piano del problema, perchè noi una nostra politica la dobbiamo avere. Al netto del fatto che negli altri paesi europei le politiche di integrazione, bene o male, vengono da più lontano e sono più sviluppate.

Tor Sapienza, come tante "banlieus" del nostro paese, è l'emblema di una scelta politica scellerata che ha voluto elevare a Totem della convivenza il principio dell'accoglienza a tutti i costi. Cosa ci si sarebbe potuto aspettare d'altronde? Quando in una periferia urbana, spesso già di per sé degradata, fai affluire orde di nomadi e di migranti spaesati e senza lavoro che, per forza di cose, sono portati a invadere gli spazi vitali dei residenti, la promiscuità diventa una miscela esplosiva , un humus fecondo per il dilagare della criminalità. Sicchè violenze, scippi, spaccio di droga, occupazioni abusive di alloggi, sono la quotidianità. Le reazioni dei residenti, le prevedibili conseguenze e così ..... la guerriglia è dietro l'angolo. Lo Stato? A giudicare dalla stoltezza delle sue decisioni e dalla inconcludente delle sue azioni, caro Direttore, in simili circostanze, ai miei occhi si presenta a somiglianza di ........ un fuoco fatuo!

E' una questione complessa, le cui radici affondano in una fomentata "guerra tra poveri". L'idea che "tolgano" al nostro paese, le bufale diffuse su tutti i soldi che queste persone prenderebbero dallo Stato togliendo ai cittadini italiani, l'intolleranza verso usi e culture diverse sono miscele esplosive. L'Italia si dimostra incapace a gestire flussi di persone che tra l'altro spesso sono solo di "passaggio" anche a causa dell'indifferenza della comunità internazionale. Bisognerebbe cambiare delle cose, prima delle quali la Convenzione di Dublino, poi la prospettiva culturale , l'idea di territorio come di una proprietà esclusiva. E' di questi giorni la notizia che in Toscana, Veneto ed alcune altre regioni si fa volantinaggio agli immigrati consegnando un decalogo su come devono comportarsi. Credo si tratti di una cosa orrenda : per un paese civile ed avanzato sarebbe oltremodo sufficiente che ne rispettino le leggi, come tutti gli altri.