
Il lupo, pericolo numero uno
Per le comunità rurali – soprattutto altoatesine – il pericolo numero uno è sempre lui: il lupo. Gli assessori di Trentino e Alto Adige hanno addirittura lanciato una petizione per ottenere dall’Europa l’adozione di misure necessarie ad abbassare il livello di tutela dell’animale (che in Italia è molto alto).
Risultato: boom di firme in poche ore, segno che il problema è sentito. Eppure i dati sono molto più scarni di quanto si pensi.
Parrebbe che una ventina di lupi abbiano causato perdite nel 2017 di un centinaio di capi di bestiame; diciamo un danno intorno ai 50.000 euro. Parliamo del nulla.
Eppure il lupo continua a incarnare l’eterna sfida con l’uomo. Evoca astuzia, ferocia, ma pure ammirazione. E’ la bestia da combattere e da abbattere, anche se da almeno 150 anni non ha mai attaccato un essere umano.
Il lupo riflette le nostre ancestrali paure amplificate dalle favole dell’infanzia. Oggi si scomoda la politica per chiederne la testa. Si agisca con giudizio.
La convivenza pacifica tra gli uomini (e le loro attività economiche) e gli animali che popolano la natura selvaggia è principio etico ineludibile. Uno sterminio ingiustificato non servirebbe a nessuno.