
L’Editoriale del Direttore Elio Pariota: “La scuola che non va”

Ricordo che era del 2010 la storia tristemente assurta agli onori della cronaca del professor Ciro Busiello, classe 1941, architetto con 5 abilitazioni, 3 per le superiori e 2 per le medie, precario a 70 anni. Ed è così che nel 2011 il professore Busiello è andato in pensione, dopo una vita da precario, con una pensione da precario, senza mai essere stato assunto. Forse 700 euro, il costo di una vita dedicata all'insegnamento. Va bene, forse quello del professor Busiello è un caso limite ma è successo davvero; un qualcosa che in altri paesi sarebbe stato nemmeno fantascienza. Ed oggi, nel 2017, non mi sembra siano stati fatti molti passi in avanti.

Io chiederei alla ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli se è normale che insegnanti laureati, abilitati tramite concorso (vedi tfa primo ciclo su fabbisogno) specializzati, "masterizzati", con anni di servizio etc... (giovani a 36 anni?) siano in coda a gente che nella vita ha fatto tutt'altro, ha avuto solo la scaltrezza anni e anni fa di inserirsi in graduatorie (a noi poi chiuse) e queste persone con 12 punti (il titolo d'ingresso) andranno per primi in ruolo e noi forse fra anni e anni (con più di 100 punti sudati tra precariati, viaggi, titoli). Cosa c'è di giusto ma soprattutto di efficace? Chi ha scelto di fare l'insegnante e si è sacrificato per questo sta fuori... e gente che si è laureata magari in giurisprudenza ha fatto l'avvocato per una vita, si è inserito in graduatoria et voilà avrà anche il suo bel posticino fisso... una vergogna.

E' indubbio che la scuola necessiti di un rinnovamento radicale, essenzialmente anche generazionale, e' sufficiente entrare in una classe per scoprire che con le nuove tecnologie gli studenti, anzi gli alunni delle elementari, siano avanti anni luce rispetto ai loro professori, tant'e' che spesso questi ultimi chiedono ai propri allievi di farsi aiutare con le nuove "diavolerie" tecnoligiche. C'e' da dire pero' che' anche necessario far riacquistare alla scuola il ruolo e la dignita' perduta. La vita convulsa odierna ha spesso relegato alla scuola un compito non proprio ( genitori che lavorano "mollano" i propri figli ai docenti) e poi chiefono conto con un atteggiamento protezionistico fuori luogo. I dicenti a cui e' affidato l'accompagnamento culturale e sociale dei propri allievi sono bistrattati e mal pagati. Rinnoviamo anche prifondamente, ma riordiniamo per ritornare a dare alla scuola e ai suoi operatori onore e dignita'.