
Sabato 12 Mar, 2016
Lacrime di coccodrillo
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Riconoscere i propri errori è un atto di umiltà che pochi sanno concedersi. Stavolta, però, l’ammissione di aver sbagliato nel 2011 a bombardare la Libia per sbarazzarsi di Gheddafi, aprendo la strada al caos totale, suona tardiva e quanto meno beffarda.
Tanto più se a farla è il Presidente degli Stati Uniti d’America. Sembra che Barack Obama si sia lasciato andare ad un autentico sfogo al giornalista del mensile “The Atlantic”, appellando gli alleati francesi e inglesi come “scrocconi”, rei di trascinare gli Usa in pesanti operazioni militari assumendosi costi e rischi risibili.
Siamo spiacenti, ma le questione libica – come quella mediorientale - è troppo seria per essere liquidata come un’erronea opzione di politica estera. Qui sono in gioco destabilizzazione di intere aree geografiche, esodi di massa e conflitti generalizzati largamente prevedibili quando si decide a tavolino l’uscita di scena di qualche dittatore diventato scomodo agli interessi globali.
Con l’Isis che minaccia attacchi batteriologici spettacolari e con un’opinione pubblica occidentale sempre più incerta e impaurita, occorre recuperare in fretta lucidità strategica. Lacrime di coccodrillo e bacchettate ai propri partner per domare un fuoco che si è contribuito ad attizzare ormai non bastano più.