
Sabato 02 Dic, 2017
L'Italia in ripresa tra rancore e paura
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L’Italia è in ripresa. Lo dicono i numeri, non lo pensa la gente. Che, al contrario, percepisce con nettezza il baratro dietro l’angolo.
Come se gli scatti in avanti della produzione industriale (+ 2,3% nel primo semestre 2017, la migliore performance tra i principali Paesi europei), dell’export, del turismo, non avessero minimamente intaccato la sfiducia che gli italiani hanno del proprio futuro.
A tinte fosche per buona parte di essi, anagraficamente datati, privati di solide prospettive e costretti a convivere con lo spauracchio dello scivolamento verso il basso nella scala sociale.
Altro che italiani brava gente. Il ritratto che il Censis ci consegna è quello di un popolo sprofondato nell’ingenerosità e nel rancore. Un popolo che ripiega nell’antipolitica, nel populismo e nel sovranismo ritenendoli antidoti al proprio malessere.
Schiacciato da una pressione fiscale insostenibile e dal macigno del debito pubblico, paga più del dovuto l’assenza di ricette politicamente credibili che diano ai giovani più certezze che speranze.
Un Paese socialmente così messo non può fare molta strada. Urge un'agenda condivisa. I governanti di oggi e di domani farebbero bene a tenerne conto.