
Venerdì 18 Dic, 2015
Marketing e Devianze
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Che la pubblicità fosse l’anima del commercio ce lo hanno insegnato i nostri nonni. Ma che adesso rischi di alterare l’equilibrio psico-fisico dei minorenni e indurli a devianze, questo non possiamo permetterlo. Una ricerca dell’americana Texas A and M University, pubblicata da Alcohol and Alcoholism, ha messo in evidenza i guasti degli spot di prodotti alcolici caricati sui profili social di tredicenni. La forza e la quantità dirompente del messaggio pubblicitario – circa 362 post promozionali al mese dedicati ad un pubblico minorenne e oltre duemila tweet mensili ricevuti da ragazzi dai 21 anni in su – è tale da esporre potenzialmente i giovani destinatari all’utilizzo non corretto dell’alcol. Va bene che in Italia siamo un popolo di sobri (secondo i più recenti dati del Who-Hfa Database il consumo medio pro capite annuo di alcol puro in Italia è pari a 6,10 litri, contro una media della Regione europea di 9,82 litri), ma registriamo pur sempre 9 milioni di consumatori a rischio di cui 1.600.000 giovani al di sotto dei 25 anni. Se un marketing digitale di questo tipo dovesse far presa anche sui minorenni sarebbero dolori. Occhio, dunque. E che il buon senso prevalga.