
Sabato 10 Gen, 2015
L'editoriale del direttore Elio Pariota: Occidente nel mirino
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Quarantotto ore di inferno a Parigi, dagli attacchi al settimanale "Charlie Hebdo" alla vastissima operazione di polizia che ha permesso di scovare e uccidere tre dei quattro terroristi.
Sullo sfondo una triste scia di sangue: dodici morti nel primo attentato, altri quattro tra gli ostaggi presi in un supermercato durante il tentativo di fuga, mentre ulteriori conflitti a fuoco – non si sa quanto riconducibili all’azione principale – sono scoppiati nei pressi di alcune moschee. Insomma, Francia messa a ferro e fuoco dai terroristi islamici.
Che siano appartenenti alle cellule dell’Isis, di Al Qeeda o di chissà quale altra sigla, poco importa. Sono terroristi e basta. E smettiamola con le balle sullo scontro tra civiltà, sulle nuove Crociate, sull’imminenza di una Guerra Santa post Duemila. Il terrorismo può annidarsi ovunque, può prendere a pretesto qualsiasi cosa gli occorra per alimentare il suo stesso delirio di protagonismo. E può far proseliti.
Ma l’evocare il nemico a tutti i costi, il chiudersi a riccio respingendo multiculturalismo e integrazione, l’attaccare persino il Papa che dovrebbe interrompere ogni forma di dialogo con altre religioni, tutto questo è semplicemente follia.
In un mondo globale anche il terrorismo si combatte con azioni di intelligence coordinate su vasta scala, oltre che con mezzi culturali e talvolta militari adeguati.
I proclami di vendetta e le strumentalizzazioni interessate lasciamoli da parte.