
Venerdì 17 Apr, 2015
L'editoriale del direttore Elio Pariota: Ricompensa al merito
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Fare le pulci ai guadagni altrui non è mai elegante. Ma siccome i 31 e passa milioni di euro maturati nel 2014 da Sergio Marchionne – numero uno di Fiat-Chrysler (FCA) – hanno ricevuto pubblica visibilità, si è scatenata in Rete una vera e propria tempesta di commenti che definire “coloriti” è puro eufemismo.
Non sorprende che molti si siano scagliati contro ciò che può apparire una mortificazione per chi lavora con un salario di poco al di sopra dei mille euro al mese.
A nulla è valso ricordar loro che, proprio in questi giorni, il manager dal pullover blu ha annunciato che FCA farà partecipare i dipendenti ai risultati del Gruppo con conseguenti benefici economici in buste paga. Macché. I detrattori battono la lingua dove il dente duole: il Lingotto ha avuto da sempre sostegno statale nei momenti di crisi, mentre adopera la ricetta aziendalista ogni volta che gli conviene.
Sia come sia, un dato mi pare incontrovertibile: non molti anni fa la prima azienda automobilistica italiana era sull’orlo del baratro; un manager italo-canadese – poco simpatico quanto si vuole – ha saputo rigenerarla attraverso un vincente piano industriale e un’indovinata strategia finanziaria, remunerando i soci e salvando posti di lavoro. I bonus che Marchionne percepisce sono conseguenza di questa ovvietà.
Leggerli con una lente deformante significa soltanto negare meriti oggettivi.