
L'editoriale del direttore Elio Pariota: Sulla via di Damasco

Caro Direttore, i sedicenti grandi della terra non mettono in conto che il Signore della storia opera mediante il misterium iniquitatis.

La verità è che la questione siriana E' GIA' sfuggita di mano. La campagna di raid in Siria prosegue senza sosta e alcuni dei missili che dovevano sorvolare l'Iran vi sarebbero caduti mostrando quello che fonti militari hanno definito uno "show di potenza" con enormi rischi geopolitici. Intanto Damasco ha lanciato l'offensiva contro i "terroristi", termine che per il regime di Assad indica i ribelli prima dell'Isis e sebbene la Russia, attentissima ad inserire l'intervento armato in un contesto di piena legittimità internazionale ("l'unico modo per combattere il terrorismo è distruggere i terroristi sui loro territori- Putin)continui a sostenere che i suoi raid puntino all'Isis è ormai chiaro che non mira all'Isis ma ai ribelli siriani che si oppongono al regime di Assad, dalla Russia sostenuto, risultando la Siria parte integrante del suo sistema di difesa. La questione per molti è nel futuro di Assad, la cui salvezza è condizionata all'impegno ad aprirsi alla trattativa ma ogni trattativa è resa vana dall'intento di affermare la propria supremazia. Sebbene monitorato costantemente il sostegno russo al regime di Assad non si può negare che "in Siria la Russia sta rendendo molto più pericolosa una situazione già molto seria"come ha riferito il ministro della difesa britannico. Per questo, la sola via d'uscita passa attraverso riforme politiche e dialogo tra tutte le forze "recuperando la Russia" affinchè usi costruttivamente la sua influenza sul regime perchè fermi i bombardamenti sui civili. Ma solo una folgorazione sulla Via di Damasco potrà tanto, apparendo il ritorno all'età dell'imperialismo una nuova opportunità anzichè un limite, quale forma esasperata di nazionalismo.