
Sabato 11 Apr, 2015
L'editoriale del direttore Elio Pariota: Sull’altare della giustizia
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Tutto in tre minuti. Tanto è bastato a Claudio Giardiello per trasformarsi da bancarottiere in pluriomicida.
Una gragnuola di proiettili per far fuori tre persone (un magistrato, un avvocato e un ex socio) e ferirne altrettante. Il Tribunale di Milano – nel quale si è aperta un’evidente falla nei sistemi di sicurezza – ha vissuto scene da far west. Dunque, al terrore organizzato si aggiunge anche quello di matrice paranoica.
Perché nel caso in specie si tratta proprio di questo, giacché sull’altare della giustizia sono cadute anche persone che giudici non erano. Fa riflettere, però, la levata di scudi da parte dei vertici della Magistratura sul clima pesante che investe il lavoro dei propri operatori e sui tentativi di delegittimare un importante pezzo dello Stato che i costituenti vollero autonomo e indipendente.
Credo, in tutta franchezza e col rispetto dovuto, che l’occasione per ricordare a tutti noi lo straordinario e vitale compito dei magistrati di assicurare la giustizia - e per questa via il corretto funzionamento del sistema democratico nel nostro Paese – non doveva essere questa.
La tesi che vede la strage come indiretta conseguenza di un disegno complessivo di denigrazione della Magistratura non mi convince.
La delegittimazione dei magistrati – che è aberrante per definizione e va contrastata al di là di ogni ragionevole dubbio - è frutto dei rapporti avvelenati degli ultimi decenni. Legarla al gesto di un folle è un colossale errore.