
Migranti climatici, democrazie a rischio
Ieri la Francia ha battuto il suo record storico di temperatura: 44,3 gradi. Ma tutta l’Europa è bollente, col termometro che schizza dai 38 ai 42. Philip Alston, esperto di diritto internazionale e relatore speciale per le Nazioni Unite sulla povertà estrema, in suo Rapporto ha inchiodato le istituzioni mondiali alle loro responsabilità: l’indolenza nell’agire manifestata negli ultimi decenni ci sta conducendo dritti al baratro. Chi si salverà dai disastri climatici, dalla crisi alimentare legata alla siccità, dalle malattie e dai conflitti che esploderanno? Certamente i ricchi avranno più chances di cavarsela, ma lo scenario da qui ad appena qualche decennio è da brivido: entro il 2030 avremo oltre 120 milioni di nuovi poveri. Di più. Entro il 2050 circa 140 milioni di persone tra Africa sub-sahariana, Asia meridionale e Sud America potrebbero migrare a causa del global warming. Una fetta di umanità - privata dei fondamentali diritti alla salute e alla sicurezza alimentare - busserà alle nostre porte e metterà a rischio la tenuta delle sempre più fragili democrazie. Una bomba demografica che non potrà mai essere arginata. Da nessuna politica e da nessun muro.