
Lunedì 15 Sett, 2014
Rischio frantumazione - Diritto & Rovescio
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Sono stato in Scozia due anni fa. Una sera, in un meraviglioso ed indimenticabile pub di Edimburgo, mi trovai a discutere del più e del meno con il titolare del locale. Il quale, ad un certo punto, tirò fuori una fotografia di Umberto Bossi, simbolo - a suo giudizio - della riscossa popolare contro ogni avversione alla libera autodeterminazione dei popoli.
Immagino quel simpatico e un po' pittoresco signore a pochi giorni dal voto che potrebbe sancire l'indipendenza della sua Scozia dal Regno Unito. Certamente starà seduto sui carboni ardenti. Almeno quanto i suoi aspiranti indipendentisti italiani, spagnoli, serbi, belgi, polacchi, ucraini e russi.
Di sicuro i palazzi del potere britannico, ma anche europeo, devono mettere in conto il costo di un'eventuale scissione. Che non è soltanto di natura economica (la Scozia vale circa l'8% del Pil britannico, ma l'85% dei giacimenti di petrolio e gas naturale di Londra sono in territorio scozzese), bensì di carattere politico, giacché potrebbe aprire la strada ad un trend emulativo dalle conseguenze imprevedibili. Frantumando ciò che resta della credibilità dell'euro e delle istituzioni che lo sorreggono.