Rotto l'ascensore sociale, borghesia in crisi
C’era una volta la borghesia, quell’ampia costellazione sociale costituita da impiegati, insegnanti, professionisti, dirigenti pubblici e privati, militari, commercianti e così via.
Una classe media razionale e fiduciosa nel perseguimento delle proprie finalità; tradizionalista, perbenista e moderatamente solidale, oltre che politicamente eterogenea.
Un ceto che – secondo un’indagine BVA DOXA per conto del Centro Einaudi e di Intesa Sanpaolo - appena nel 2019 registrava l’ulteriore ingresso di circa 1,3 milioni di famiglie, a riprova di una ritrovata vitalità dopo la battuta d’arresto del triennio precedente.
Poi il Covid ha resettato tutto: prima della pandemia il ceto medio costituiva il 40% della popolazione, ora è crollato al 27%.
Quell’ascensore sociale che aveva permesso a tanti di diventare classe di mezzo e di aspirare ad un benessere stabile, si è rotto.
Lasciando a piedi un’umanità borghese in crisi d’identità, ormai sempre più debole, smarrita e indifesa.