
Termometro della crisi d'impresa
“COFFEE TIME LECTURES” è una rubrica curata dal Prof. Andrea Quintiliani, Professore straordinario di Economia degli Intermediari Finanziari, che raccoglie alcune riflessioni sui temi di Economia e di Finanza aziendale all’epoca del Covid-19.
Volendo fare un parallelo con la temperatura corporea dell’uomo, l’azienda asintomatica è l’azienda sana (absence of fever, 34°/37° – healthy firm), mentre l’azienda in crisi è quella che registra una temperatura superiore ai 37.0 gradi. Un fattore di disturbo come il lockdown ha inevitabili effetti sulla temperatura dell’azienda che da 37.0 gradi potrebbe salire fino a raggiungere i 42.0 gradi. Un’azienda che al termine del lockdown registra una temperatura superiore ai 41.0 gradi (hyperpyrexia fever, 41°/42° – default irreversible) è decotta ossia manifesta una crisi grave e irreversibile che difficilmente potrà essere superata con le iniezioni straordinarie di liquidità effettuate dallo Stato.
È bene precisare che la fase di incubazione (low-grade fever, 37°/38° – crisis incubation) vede l’impresa già soffrire una crisi, ossia la probabilità di default, pur contenuta, non è remota; pertanto, a differenza dell’uomo, uno stato di crisi aziendale non potrà mai considerarsi asintomatico. “L’helicopter money” potrà rivelarsi risolutivo unicamente per quelle imprese che, post lockdown, presentano i sintomi tipici di una crisi in fase di incubazione (low-grade fever, 37°/38°) o manifesta (mild fever, 38°/39° – manifest crisis). Le alte temperature (moderate fever, 39°/41° – full-blown crisis, reversible; high fever, 40°/41° – default, reversible) potranno rivelarsi reversibili se affrontate con terapie “mirate e intensive”, ossia più vigorose e maggiormente personalizzate rispetto alle terapie “protocollate” dalle autorità governative, del tutto blande e inefficaci in quanto si sostanziano in incentivi a spettro limitato e riconducibili alle iniezioni di liquidità e agli incentivi fiscali.
A tal proposito, chiarisce Luigi Guatri (Università Bocconi): «Gli interventi governativi si riveleranno concretamente utili ed efficaci se indirizzati alle sole imprese che dimostrano di possedere spiccate capacità di ripresa; tali capacità sono funzione della sostenibilità del modello di business dell’impresa, dello spazio economico che occupa nella supply chain, della capacità prospettica di reddito». Pertanto, l’intervento governativo, sia che agisca direttamente tramite la Cassa Depositi e Prestiti, sia che agisca indirettamente tramite il canale bancario (per mezzo di garanzie pubbliche), ha bisogno di fare leva sulle capacità di recupero delle imprese; se tali capacità sono assenti, si finisce solo per “sprecare risorse”. Il rischio è quello di trovarsi, dopo gli interventi finanziari di sostegno, con imprese il cui “valore post-money” è largamente inferiore al “valore degli interventi stessi”. Ne consegue che Il termometro della crisi d’impresa si rivelerà ancora più affidabile, attendibile e puntuale se alle metriche di misurazione “di natura contabile” si affiancheranno le metriche divalutazione “future-oriented”.