
Erasmus durante il lockdown: la testimonianza di Giorgia Baldanza
Il Covid-19 ha stravolto inevitabilmente la vita di tutti noi.
Ma oggi vogliamo regalarvi una testimonianza ricca di speranza scritta dalla nostra studentessa in Economia Aziendale Giorgia Baldanza (a destra nella foto), che ci ha raccontato la sua esperienza di traineeship Erasmus a Cartagena, in Spagna, da gennaio a maggio 2020.
I primi mesi a Cartagena
Tutto è iniziato più o meno un anno fa, leggendo una mail da parte della mia università in cui mi si informava della possibilità di partecipare al progetto Erasmus. Avevo già in mente di trasferirmi autonomamente all’estero dopo aver conseguito la laurea, quindi ho deciso di sfruttare la possibilità che mi si offriva.Attraverso il progetto Erasmus e con la collaborazione della mia università, avrei svolto un tirocinio per cinque mesi in Spagna, precisamente a Cartagena presso una delle università più conosciute su tutto il territorio. Scelsi la Spagna perché mi piaceva l’idea di un Paese che per cultura e condizioni climatiche non si differenziasse troppo dal mio paese e città di origine (Italia-Catania).
E’ servito solo qualche giorno per trovare un alloggio ed eccomi al primo giorno del mio tirocinio. La sensazione non era diversa dal primo giorno di scuola o dal primo giorno di lavoro, un mix tra emozione e agitazione che sono subito svanite dopo aver conosciuto le persone che mi avrebbero accompagnato in questa esperienza. Non mi sbagliavo sulla calorosità della Spagna. Sono stata subito catapultata in una nuova realtà, sia per la lingua sia per il contesto universitario, che fino ad allora era conosciuto da me solo dal punto di vista studentesco e che da lì a poco sarebbe diventata la mia quotidianità.Sono entrata a far parte dell’ufficio di relazioni internazionali dell’Università Politecnica di Cartagena, occupandomi principalmente di creare contenuti e articoli per le reti sociali dell’università e di seguire il coordinamento di programmi di interscambio internazionale. Sono subito stata entusiasta dei miei compiti perché, attraverso questi, avrei interloquito con professionisti del settore Social Media Marketing e interagito con altri studenti provenienti da tutto il mondo che, come me, volevano entrare a far parte di un progetto Erasmus.
Le persone che ho incontrato durante la mia permanenza sono state tante e sono state fondamentali nello scandire le mie giornate e nell’arricchirle. Ho incontrato ragazzi e ragazze di tutto il mondo: Messico, Ecuador, Brasile, Germania, Irlanda e tanti altri ancora. Sono potuta andare alla scoperta di tradizioni, culture, lingue, stili di vita, nuove e diverse realtà. Ho viaggiato il mondo in cinque mesi senza imbarcarmi in una nave o salire su un aereo. Ho viaggiato con la mente e visto la quotidianità di tanti che di diverso da me hanno solo la lingua.
Giorno dopo giorno quella realtà mi piaceva sempre di più. Cartagena è una città tranquilla e organizzata, il luogo ideale dove apprendere e sperimentare senza i ritmi caotici di una grande città. Non serve molto tempo per prendere confidenza con la città, in poco impari quali sono i ristoranti dove mangiare le tapas più buone, la spiaggia dove rilassarsi e le piazze dove si fa festa.
Quando vivi in un altro paese, fai attenzione a quei nuovi dettagli ai quali non sei abituato. Ricordo perfettamente suoni, colori e odori della Spagna. Cartagena si trova sulla costa ed è inevitabile non fare attenzione ai gabbiani che ti svegliano la mattina, ai colori dell’alba e del tramonto ma anche al gazpacho che cucina la vicina di casa o il sapore della cerveza pomeridiana mentre scambi quattro chiacchiere. In un mese e mezzo mi sentivo già adottata dalla Spagna e pensavo già alla possibilità di restarci anche quando il mio tirocinio sarebbe terminato.
Covid-19 e lockdown durante l'erasmus
I mesi a seguire purtroppo sono stati ben diversi dai precedenti e da quello che avevo immaginato. La causa si chiama Covid-19. Tutto stava per cambiare. Tutte le belle sensazioni provate fino ad allora hanno lasciato il posto ad ansie e preoccupazioni. Attenzione continua ai telegiornali italiani e ci siamo chiusi in casa così come ordinava il Presidente del Governo di Spagna.
In pochi giorni gran parte delle persone che erano state il mio sostegno fino a quel momento hanno deciso di interrompere la loro esperienza per far rientro nel paese d’appartenenza, ci si preparava a fare scorte di viveri e a fronteggiare giorni di cui non si sapeva nulla, tra incertezze, ansie e paure. E’ stato fondamentale il supporto ricevuto sia dalla mia università, sia dall’università che mi ha ospitato. In pochi giorni ci si è organizzati per continuare il tirocinio, con la piccola differenza che tutto si sarebbe svolto da remoto. Tutto diventa surreale, poco prima sei con le braccia spalancate, in un paese estero, pronto ad imparare, conoscere, sperimentare e subito dopo ti ritrovi chiuso in casa davanti ad un pc consapevole che fuori c’è il mondo che avevi appena assaporato e ti era piaciuto.Fortunatamente ci troviamo in un mondo in cui la digitalizzazione ti aiuta a superare momenti come questo. Era all’ordine del giorno la videochiamata tra tutor e colleghi per organizzare le attività di tirocinio e scambiarsi qualche chiacchiera finalizzata a smorzare quell’atmosfera pesante in cui ci ritrovavamo ma che non ci demoralizzava.
Trascorrevano i giorni sperando che tutto da un momento all’altro tornasse alla normalità e ci fosse ancora del tempo per godere di quelle sensazioni che tanto mi erano piaciute ma così purtroppo non è stato. Ho concluso il mio tirocinio prima ancora che tutto tornasse alla normalità.
Ho avuto la fortuna, seppur con mascherina, guanti e nessuno intorno, di tornare a visitare quei luoghi che io chiamavo ‘di pace’, che fin dal primo giorno ho sentito miei, e di salutare con un colpo di gomito, che sostituiva un lungo abbraccio, le persone che ho conosciuto.
E’ stata un’esperienza surreale alla quale non è mancato nulla. Sono state toccate tutte le emozioni, dalla speranza alla frustrazione, dalla compagnia alla solitudine, dalla felicità alla tristezza. Sono una persona ottimista e mi piace riscontrare positività in tutto quello che faccio.
Anche se la mia esperienza è stata abbastanza surreale, io la rifarei altre cento volte così com’è stata. Scopri, conosci e comprendi cose che non dipendono dallo sfondo in cui ci si ritrova. Quello che mi resta sono i ricordi e le persone che sono stati i tasselli giusti di una esperienza senza eguali.
Viviamo in un mondo figlio della globalizzazione, tecnologia e comunicazioni rapide che scandiscono ogni nostro singolo momento e solo una veloce videochiamata su whatsapp, un semplice collegamento su skype, o anche un volo aereo last minute mi permetteranno di mettermi in contatto nuovamente con quei fantastici sconosciuti che sono stati la mia famiglia.
Porto nel cuore il ricordo di questa esperienza e di questa tranquilla città che anche se per poco, ho sentita mia: Cartagena.