
Erasmus: l'esperienza di Donatella Raimondi durante l'emergenza Covid
Continua la rubrica dedicata alle testimonianze scritte dai nostri studenti erasmus durante il lockdown.
Mi chiamo Donatella Raimondi e da Gennaio 2020 a Luglio 2020 ho fatto parte del progetto Erasmus+ di mobilità per studio. La mia esperienza Erasmus purtroppo è andata diversamente da come l'avevo immaginata, poiché dopo soli due mesi di permanenza in Spagna, io e i miei compagni di avventura abbiamo ricevuto una notizia che mai ci saremmo aspettati di sentire, nel mondo era scoppiata una pandemia, tristemente nota come Covid-19.
Partendo dal principio, il mio Erasmus+ è iniziato nella città di Burgos, Spagna. Non avevo mai sentito parlare di questa città non sapevo bene cosa aspettarmi. Una volta arrivata sono però rimasta positivamente colpita da questa cittadina bellissima, tranquilla e sicura. Sono rimasta senza parole nel vedere la cattedrale di Burgos, a mio parere una delle più belle del mondo. Il mio percorso in realtà è iniziato già qualche mese prima. Subito dopo aver letto la graduatoria ed aver preso conoscenza della mia imminente partenza ho scritto a quella che poi sarebbe diventata la mia coinquilina e amica Miriam, risultata assegnataria di borsa Erasmus presso la stessa università.
Abbiamo subito cercato un appartamento da condividere e dopo varie ricerche ci siamo imbattute in un ragazzo francese di nome Julien che affittava due stanze da letto. Fin da subito abbiamo creato un ottimo legame tra di noi, e data la nazionalità del nostro coinquilino abbiamo potuto praticare il nostro spagnolo tutti i giorni essendo l'unica lingua in comune con lui.
L’università spagnola Isabel I ci ha accolto subito a braccia aperte, in particolare Ana, la responsabile Erasmus, che si è dimostrata non solo un'ottima spalla su cui contare ma anche una buona amica sempre pronta ad aiutarci. L'università era molto vicina al nostro appartamento ed era situata in una struttura nuova e ben organizzata. Il mio approccio con il metodo di studio universitario spagnolo è stato un po' difficoltoso. Ogni 10 giorni l'università ci dava dei compiti da svolgere da casa: testi, racconti, questionari. Questi compiti venivano poi valutati con un punteggio da 0 a 10 e il voto finale dell'esame dipendeva anche da questi.
Grazie all'aiuto di Ana e dei professori sono riuscita a capire come meglio comportarmi per poter prendere dei buoni voti e andare avanti senza difficoltà. In tre mesi ho incontrato molte persone che hanno aperto la mia mente a molte culture diverse: italiani, messicani, rumeni, venezuelani, portoghesi, brasiliani, cinesi, tedeschi, americani, francesi. L'Erasmus ti aiuta a capire che non esistono differenze, che siamo tutti cittadini del mondo, e che non esistono barriere all'amicizia.
Purtroppo però dopo soli due mesi abbiamo avuto la notizia dello stato di allerta per il Covid-19 e dell'inizio della quarantena in Spagna. Abbiamo avuto paura, ma ci siamo dati forza a vicenda. Ho fatto quasi un mese di quarantena con i miei coinquilini, poi però ho deciso di tornare in Italia, per fortuna ho trovato un volo speciale organizzato da una compagnia aerea privata, ho comprato il biglietto e con un nodo alla gola sono andata via.
Una volta tornata a Caserta ho iniziato a studiare per i miei esami che si sarebbero svolti a breve in modalità online. Io ho seguito in totale 6 corsi: Habilidades Sociales y Dinamización de Grupos; Observación Sistemática y Análisis de Contexto; Orientación y Tutoría en Educación Infantil; Psicología del Aprendizaje; Desarrollo Socioafectivo; Expresión y Comunicación.
Ho trovato tutti questi corsi molto interessanti e utili ai fini della mia formazione, tutti gli esami finali sono scritti. Pur non avendo concluso il mio Erasmus nel migliore dei modi è stata comunque un'esperienza meravigliosa, che mi ha fatto crescere sotto tanti punti di vista. Ho capito che l’Erasmus è una parentesi con un inizio e una fine, ma ti segna, ti cambia per tutta la vita.