Venerdì 24 Ott, 2014
L'editoriale del direttore Elio Pariota: L’anatema di Bergoglio
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Papa Francesco ha il grande pregio della comunicazione e le cose non le manda certo a dire.
Nel suo discorso all’Associazione Internazionale di Diritto Penale ha chiarito il pensiero e la posizione della Chiesa: la pena di morte (laddove esista) va abolita; occorre migliorare le condizioni carcerarie; l’ergastolo è pena di morte nascosta; la carcerazione preventiva – previa alla condanna – è pena illecita occulta (in alcuni Paesi il numero dei detenuti senza condanna supera il 50% del totale); le carceri di massima sicurezza sono uno strumento di tortura. Infine l’anatema: corrotti, schiavisti e trafficanti d’armi renderanno conto a Dio.
Solo a Lui? E allo Stato? Il sociologo Marzio Barbagli in un recente studio sulla criminalità ha messo in luce due particolarità:
1) per più di cinquecento anni l’Italia ha avuto tassi di omicidi superiori a quelli degli altri paesi europei, eppure negli ultimi venti anni – nonostante la crisi economica e sociale – si è registrato il livello più basso da 150 anni a questa parte;
2) nell’opinione pubblica si è rafforzata la convinzione che il monopolio nell'uso della forza spetti esclusivamente allo Stato. Aggiungerei: ad uno Stato in cui si abbia certezza del diritto e tempi della giustizia “umani”. Altrimenti dignità e recupero del condannato saranno davvero principi da affidare alla Misericordia di nostro Signore.