Sabato 31 Gen, 2015
L'editoriale del direttore Elio Pariota: Ricatti e buon senso
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La si giri come si vuole ma sulla Grecia l’Europa si gioca molto della propria credibilità etica e progettuale.
Qui non si tratta soltanto di rassicurare gli investitori e i grandi capitali. Qui si tratta di convincere la pubblica opinione che la grande casa europea non è un comitato d’affari, bensì un luogo dove si discute per creare migliori condizioni di vita in tutto il Vecchio Continente.
Tutto, non in una sola parte di esso. I greci non vogliono più negoziare da una condizione di oggettiva debolezza, forti di un sentiment antieuropeo che da venticello può diventare tempesta. E che poggia le basi su verità storiche.
Non si possono trattare Paesi di cultura millenaria come un manipolo di inaffidabili straccioni; non si può pensare di lasciare morire la gente negando finanche medicine e ogni forma di copertura sanitaria.
Occorre un recupero di civiltà. Che non significa sottostare a ricatti, ma ridare forma “umana” ad un progetto dal quale molti cittadini europei – anche tedeschi – rischiano di allontanarsi.
Proprio la Germania sperimentò sulla propria pelle il peso ignobile di insostenibili sanzioni economiche, alla fine della prima guerra mondiale, che affamarono la sua gente e che portarono alla tragica esperienza nazista.
Dalla Germania, dal Paese più forte della Ue, il popolo europeo si attende buon senso, una prova di grandezza programmatica che rinvigorisca l’incompiuto disegno di un’Europa finalmente unita.