Istruzione Analisi dei guadagni nel settore legale: quanto guadagna un avvocato?
Mercoledì 29 Nov, 2023

Analisi dei guadagni nel settore legale: quanto guadagna un avvocato?

Quella dell’avvocato è una professione che suscita ammirazione e stima. La profonda conoscenza delle norme rende questa figura un punto di riferimento imprescindibile a cui rivolgersi in caso di qualsiasi genere di problema legale, anche solo per avere un parere professionale.

Analizzando l’evoluzione che ha interessato il settore negli ultimi anni si notano due tendenze molto nette: da un lato, è cresciuto a dismisura il numero degli avvocati attivi in Italia e, dall’altro lato, si è assistito a una progressiva riduzione dei compensi medi.Se ti stai chiedendo quanto guadagna un avvocato e se intraprendere questa professione può essere una buona idea, continua a leggere.In questa guida cerchiamo infatti di capire quali sono i compensi medi dei professionisti in Italia e quali strategie si possono adottare per cercare di accrescere il proprio reddito rispetto ai valori medi.

Quali sono i guadagni medi degli avvocati in Italia

Le statistiche elaborate da associazioni di avvocati e da siti internet specializzati sono concordi nell’affermare che i guadagni medi attuali degli avvocati sono nettamente più bassi rispetto a quanto non fossero fino a pochi anni fa.

Se nel 1996 il reddito medio di un avvocato iscritto all’albo era di 54.000 euro all’anno, nel 2014 questo valore è sceso fino a 37.500 euro, con una riduzione di oltre il 30%.Prendendo in considerazione i dati raccolti dall’Associazione Italiana Giovani Avvocati (AIGA), sappiamo che il reddito medio è ancor più basso tra chi ha pochi anni di esperienza.Secondo i dati contenuti nel Rapporto Censis 2023 sull’avvocatura i professionisti con meno di 45 anni dichiarano un reddito medo di poco superiore a 30.000 euro all’anno.

Va ancora peggio ai giovanissimi: chi ha meno di 30 anni e sta muovendo i primi passi nel mondo della professione forense ha un reddito annuo che in media è di circa 13.000 euro.Chi, alla luce di questi numeri, si interroga se valga la pena investire così tanto tempo e studio per diventare avvocato dovrebbe considerare che si tratta di dati medi e che dietro a questi numeri si nasconde una grandissima variabilità. I compensi effettivi sono influenzati da tantissimi fattori, legati non solo alle proprie competenze, ma anche geografici e anagrafici.

Quali sono i principali fattori che influenzano i guadagni nel settore legale

Fare una classifica dei fattori che incidono di più sui compensi degli avvocati è impossibile, ma passando in rassegna i dati riguardanti i guadagni medi emergono con chiarezza diversi elementi che bisogna tenere presenti.

Area di specializzazione

Un fattore che incide in maniera netta sui compensi che è possibile ottenere è l’area di specializzazione. Anche se gli avvocati sono abilitati a occuparsi di ogni genere di controversia, approfondire la normativa e la giurisprudenza relativa a un particolare settore della società può far raggiungere un livello di competenza molto elevato, consentendo di ottenere incarichi ben pagati o di avere un grande numero di clienti.

Zona geografica

Anche la zona in cui si lavora incide sui guadagni medi della categoria. Leggendo le statistiche si nota come il reddito medio degli avvocati sia più alto al nord rispetto a quantonon lo sia al centro o al sud. La differenza è piuttosto netta, con un compenso per gli avvocati del nord più che doppio rispetto ai colleghi meridionali.

Età

L’età è un altro fattore da tenere in considerazione. Il reddito medio cresce al crescere dell’esperienza accumulata e ciò fa ben sperare chi è a inizio carriera. Se durante il periodo di praticantato il reddito medio è di 6.000 euro all’anno, nei primissimi anni di carriera si arriva a 26.000 euro. Raggiugendo un’anzianità di carriera di circa 10 anni si arrivano a guadagnare circa 35.000 euro. Al traguardo dei 20 anni di esperienza si può arrivare ad avere un reddito di 70.000 euro all’anno e, al termine della carriera, un buon avvocato può superare la soglia dei 90.000 euro di reddito annui.

Libera professione o dipendente

Infine, bisogna considerare il tipo di lavoro che si decide di svolgere. I dati di cui abbiamo discusso finora sono relativi a chi svolge la libera professione ed è iscritto all’albo nazionale. Ma questa non è l’unica via per lavorare in ambito legale. Chi ha superato l’esame di abilitazione può anche decidere di non praticare come avvocato ma di andare a lavorare in azienda e occuparsi degli aspetti legali dell’attività.

La RAL media a cui può aspirare chi ha fatto questa scelta è di circa 48.000 euro. Il salario degli avvocati in azienda può spaziare nel range compreso tra 22.000 e 120.000 euro, a seconda della complessità del proprio compito e del settore in cui opera l’impresa.

Le migliori strategie per incrementare i guadagni

Gli avvocati che desiderano superare il livello medio dei guadagni della categoria possono adottare diverse strategie. Quelle che sulla carta sembrano più promettenti prevedono di:

  • valutare la convenienza di aprire uno studio associato e di collaborare con altri colleghi per incrementare la platea dei possibili clienti;

  • prendere in considerazione l’idea di trasferirsi in un luogo in cui c’è maggiore domanda di avvocati o in cui i compensi sono più elevati, come il nord Italia o alcuni Paesi esteri;

  • decidere di specializzarsi in un particolare settore.

Le specializzazioni che garantiscono i compensi più alti

La via della specializzazione è probabilmente la più indicata per riuscire a guadagnare di più e per avere sempre un buon flusso di clientela.Alcuni dei settori più promettenti in questo senso e che possono rivelarsi una buona idea per incrementare il proprio reddito sono:

  • L’IT;

  • Il finance;

  • Il diritto del lavoro;

  • Il diritto penale.

Quanto guadagnano gli avvocati all’estero?

Per comprendere appieno la situazione italiana bisogna comparare i redditi medi degli avvocati nostrani con quelli dei colleghi che lavorano in altri Paesi europei.

Nel fare questo confronto non si può ignorare un’altra informazione fondamentale, relativa al numero di avvocati attivi in ogni Stato.

In Italia attualmente i professionisti iscritti all’albo sono oltre 240.000, contro i poco più di 60.000 che esercitano la professione in Francia e i 164.000 della Germania.

Il numero degli iscritti all’albo è cresciuto vertiginosamente negli ultimi 30 anni, quando si è passati da meno di 50.000 professionisti a metà degli anni Novanta agli oltre 240.000 attuali. Anche se il dato è molto alto non si tratta di un record: nel 2016 risultavano oltre 313.000 iscritti all’albo. Questa crescita rapidissima ha comportato l’abbassamento dei redditi medi, cosa che è avvenuta in maniera molto meno evidente all’estero.

In Francia, ad esempio, un avvocato ha un reddito medio di 60.000 euro, mentre in Germania si arriva a 100.000 euro. Anche in Inghilterra i compensi sono elevati, pari a circa 75.000 sterline all’anno, ma chi sta pensando di trasferirsi oltremanica dovrebbe considerare che il sistema legale inglese è completamente diverso da quello italiano.

I requisiti per diventare avvocati in Italia

Per arrivare a esercitare la professione di avvocato il percorso che bisogna intraprendere è lungo e richiede molto studio. I passi principali da compiere sono tre:

  • conseguire la laurea quinquennale in Giurisprudenza;

  • completare un periodo di praticantato di almeno 18 mesi;

  • superare l’esame di abilitazione.

Subito dopo la laurea si può iniziare a fare pratica presso uno studio legale. Per poter iniziare il tirocinio obbligatorio è necessario iscriversi all’albo dei praticanti avvocati, tenuto dall’ordine professionale. Il periodo di praticantato è una tappa fondamentale del percorso formativo e serve per conoscere le regole deontologiche e per capire come si gestisce l’attività forense.

L’esame di abilitazione è lo scoglio principale da superare. Consiste in due prove orali, durante le quali i candidati devono dimostrare la loro preparazione. La prima prova richiede la risoluzione di un caso pratico, riguardante un tema a scelta tra diritto civile, penale o amministrativo. La seconda prova, invece, verte su cinque diverse materie, scelte dal candidato in una rosa indicata dal bando.

L’importanza di investire in una formazione di qualità

I numeri che raccontano quanto guadagna un avvocato ci dicono che maggiori sono la preparazione e la competenza dei professionisti, maggiori saranno di conseguenza anche i loro compensi.

Chi aspira a diventare avvocato, dunque, dovrebbe da subito investire in un ottimo percorso formativo. Il corso di laurea a ciclo unico in Giurisprudenza fornito dall’Università Telematica Pegaso, ad esempio, fornisce la preparazione di cui c’è bisogno per arrivare pronti al praticantato e poi all’esame di abilitazione.