
Ingegneria biomedica: gli sbocchi e le opportunità professionali
- Cosa fa un ingegnere biomedico?
- Quali sono i principali sbocchi lavorativi in ingegneria biomedica?
- Quali professioni può svolgere un ingegnere biomedico?
- È facile trovare lavoro con la laurea in ingegneria biomedica?
- Quanto guadagna un ingegnere biomedico?
- Come scegliere il percorso formativo in Ingegneria Biomedica?
- FAQ - Domande frequenti su ingegneria biomedica
In breve:
I principali sbocchi lavorativi: le opportunità di impiego si concentrano principalmente presso strutture ospedaliere, aziende produttrici di dispositivi medici, industrie farmaceutiche e centri di ricerca.
Le professioni: grazie a una formazione multidisciplinare, è possibile ricoprire ruoli diversi come ingegnere clinico, product specialist, progettista di protesi o esperto di bioinformatica.
Trovare lavoro come ingegnere biomedico: le prospettive occupazionali per gli ingegneri sono positive e in crescita, sostenute da una forte domanda di competenze tecnologiche avanzate applicate al settore sanitario.
Lo stipendio: le retribuzioni variano sensibilmente in base all'esperienza e al ruolo, partendo da stipendi d'ingresso standard per arrivare a cifre più elevate per le figure senior.
Conseguire una laurea in ingegneria biomedica apre le porte a un mercato del lavoro estremamente dinamico, dove le opportunità spaziano dalla progettazione industriale di dispositivi salvavita alla gestione delle tecnologie direttamente in corsia ospedaliera, fino alla ricerca avanzata. Non si tratta quindi di un unico percorso, ma di un ventaglio di possibilità che include ruoli tecnici, gestionali e di consulenza in contesti sia pubblici che privati.
Questa guida esplora nel dettaglio le figure professionali più richieste, le prospettive di guadagno e le competenze necessarie per orientarsi con successo in un settore in continua evoluzione, capace di unire l'innovazione tecnologica alla cura della persona.
Cosa fa un ingegnere biomedico?
L'ingegnere biomedico applica i principi dell'ingegneria ai sistemi biologici e medici per sviluppare tecnologie che migliorano diagnosi, terapia e riabilitazione. Ad esempio, progetta dispositivi medici come pacemaker, protesi, macchinari diagnostici e strumenti per la chirurgia assistita da computer. Integra quindi conoscenze di fisica, chimica, biologia e scienza dei materiali.
Questa figura professionale utilizza le tecnologie dell'ingegneria per ricercare e sviluppare strumenti e attrezzature biomedicali che migliorano la cura dei pazienti. Opera in ambiti che spaziano dalla progettazione alla manutenzione, dalla ricerca allo sviluppo commerciale, contribuendo all'innovazione tecnologica nel settore sanitario.
Competenze e formazione richiesta
Per diventare ingegnere biomedico è necessaria una laurea triennale in Ingegneria Biomedica (classe L-8 o L-9), seguita preferibilmente da una laurea magistrale (classe LM-21). Durante il percorso formativo, si approfondiscono matematica, fisica, meccanica, chimica, biologia, elettronica, informatica e discipline mediche, con focus su progettazione e ricerca.
Le competenze chiave includono:
Capacità di analisi e risoluzione di problemi in ambito medico-biologico
Padronanza di software di progettazione e macchinari di sperimentazione
Conoscenze in biomeccanica, ingegneria dei tessuti e biomateriali
Aggiornamento continuo sulle nuove tecnologie e materiali
Secondo quanto previsto dalla normativa vigente e come indicato dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri, previo superamento dell'Esame di Stato, i laureati possono iscriversi all'Albo dell'Ordine degli Ingegneri. Il CNI ha inoltre istituito l'Elenco nazionale certificato degli Ingegneri biomedici e clinici ai sensi dell'art. 10, comma 1, della legge 11 gennaio 2018, n. 3, come disciplinato dal Decreto del Ministero della Giustizia 27 febbraio 2020 n. 60.
Quali sono i principali sbocchi lavorativi in ingegneria biomedica?
Gli ingegneri biomedici trovano impiego in diversi contesti lavorativi dall'industria al settore sanitario, passando per ricerca e consulenza. I principali ambiti occupazionali includono:
ospedali
aziende di dispositivi medici
società farmaceutiche
centri di ricerca
università
Settore industriale e produzione
Nel settore industriale, l'ingegnere biomedico lavora presso aziende che producono dispositivi medici. Con le sue competenze, infatti, è in grado di occuparsi di:
Progettazione di apparecchiature biomedicali, protesi e organi artificiali
Ricerca e sviluppo di nuove tecnologie sanitarie
Creazione di prototipi e sperimentazioni
Test di efficacia, sicurezza e controlli di qualità
Supporto tecnologico alle attività commerciali
L'ingegnere biomedico opera in attività di sviluppo e produzione di apparecchiature biomedicali, supporti informatici, ausili per disabili, organi artificiali e protesi. Contribuisce infatti all'innovazione nel settore dei dispositivi medici.
Settore clinico e ospedaliero
Negli ospedali e nelle aziende sanitarie, l'ingegnere biomedico si occupa della gestione del parco tecnologico installato. Le mansioni includono:
Installazione, collaudo e manutenzione di macchinari biomedicali
Monitoraggio della sicurezza e prevenzione dei rischi
Formazione del personale medico sull'utilizzo corretto delle apparecchiature
Gestione del rischio connesso ai dispositivi medici
Secondo quanto stabilito dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri, l'ingegnere biomedico può occuparsi della pianificazione, progettazione e sviluppo sia di dispositivi medici, sia di tecnologie biomediche, fino all'organizzazione e gestione in ambito sanitario.
Ricerca e sviluppo
Nei centri di ricerca pubblici e privati, l'ingegnere biomedico contribuisce allo sviluppo di soluzioni innovative. Si occupa di:
Progettazione di dispositivi nei settori dell'ingegneria dei tessuti e bionanotecnologie
Applicazione di metodologie innovative per la validazione clinica
Ricerca su immagini mediche e dispositivi neuromorfi
Collaborazione con medici, fisici, biologi e ricercatori
Il settore della ricerca biomedica è in continua espansione, con crescenti investimenti nell'innovazione tecnologica applicata alla medicina.
Quali professioni può svolgere un ingegnere biomedico?
La formazione multidisciplinare dell'ingegnere biomedico apre l'accesso a diverse figure professionali specializzate, ciascuna con mansioni e contesti lavorativi specifici.
Ingegnere clinico
L'ingegnere clinico lavora direttamente negli ospedali e nelle cliniche, gestendo le apparecchiature mediche. Le sue competenze includono:
Gestione del parco tecnologico con manutenzioni periodiche e straordinarie
Attività di HTA (Health Technology Assessment) per valutare nuove tecnologie da acquisire
Formazione del personale sanitario per l'uso sicuro dei dispositivi
Gestione del rischio connesso all'uso dei dispositivi medici
L'ingegnere clinico è infatti in grado di progettare, realizzare e gestire sistemi di tecnologie biomediche che lavorano e dialogano con le strutture sanitarie.
Product specialist
Il product specialist è una figura tecnico-commerciale formata dalle aziende medicali per svolgere attività di informazione e formazione sui dispositivi medici ad alto contenuto tecnologico. La mansione è strategica nelle fasi pre e post vendita.
Lo specialist conosce nel dettaglio la tecnologia e il funzionamento dei dispositivi, i dati tecnici e clinici e le raccomandazioni per il corretto utilizzo. È una figura prevista in particolare negli ambiti caratterizzati da elevata tecnologia come stimolazione cardiaca, stimolazione midollare, protesi ortopediche e sistemi di imaging.
Progettista di dispositivi medici e protesi
Il progettista di dispositivi medici lavora presso aziende che sviluppano tecnologie sanitarie, occupandosi di:
Progettazione di organi e protesi artificiali
Sviluppo di dispositivi che sostituiscono funzioni motorie, sensoriali e metaboliche
Realizzazione di apparecchiature biomedicali per ospedali
Il professionista deve possedere una preparazione avanzata in ambito meccanico, chimico e biologico, padroneggiando software di progettazione e macchinari di sperimentazione. Le competenze richieste riguardano la biomeccanica, l'ingegneria dei tessuti e l'ingegneria dei biomateriali.
Ingegnere bioinformatico
L'ingegnere bioinformatico applica le competenze informatiche e analitiche al settore biomedico, lavorando su:
Analisi di dati biomedici e genomici
Sviluppo di software per l'integrazione dell'intelligenza artificiale nella diagnosi clinica
Creazione di sistemi di machine learning per supportare i medici
Gestione di database sanitari
Questa figura è sempre più ricercata grazie agli investimenti in ricerca e sviluppo in ambito sanitario da parte di grandi aziende tecnologiche.
Ingegnere per la telemedicina
Con l'evoluzione della digitalizzazione, l'ingegnere per la telemedicina sviluppa soluzioni per la gestione delle informazioni mediche e l'assistenza a distanza dei pazienti. Si occupa di:
Progettazione di piattaforme digitali sanitarie
Sviluppo di sistemi di monitoraggio remoto
Creazione di software per la riduzione delle liste di attesa
Ottimizzazione della comunicazione tra pazienti e medici
Il settore delle tecnologie dell'informazione in sanità offre un ruolo sempre più strategico agli ingegneri biomedici, che contribuiscono alla trasformazione digitale del sistema sanitario.
Ingegnere per lo sport e la riabilitazione
Questa figura possiede le conoscenze scientifiche per comprendere in modo ingegneristico e quantitativo le condizioni ideali durante un gesto atletico o le condizioni patologico-fisiche di un gesto scorretto. È quindi in grado di migliorare la prestazione fisica degli atleti o supportare la riabilitazione specifica di un paziente in modo efficace e in tempi brevi, sviluppando dispositivi e tecnologie dedicate.
È facile trovare lavoro con la laurea in ingegneria biomedica?
Le prospettive occupazionali per gli ingegneri biomedici sono positive, grazie alla crescente domanda di tecnologie mediche avanzate e all'innovazione nel campo della salute digitale. Il settore registra una costante richiesta di professionisti qualificati, sia in Italia che all'estero.
I dati Unioncamere evidenziano una domanda di ingegneri superiore al numero di laureati disponibili sul mercato del lavoro, con circa 115.000-127.000 nuovi posti di lavoro nel periodo 2019-2023 a fronte di circa 92.000 laureati in tutte le facoltà di ingegneria. A questi si aggiungono circa 22.000 posizioni per il comparto chimico-farmaceutico e 26.000 per quello scientifico.
AlmaLaurea registra 437 laureati occupati nella professione di ingegnere biomedico, con dati riferiti ai laureati magistrali intervistati a cinque anni dal conseguimento del titolo.
I settori con maggiore domanda includono:
Industria dei dispositivi medici e tecnologie sanitarie
Settore ospedaliero pubblico e privato
Aziende farmaceutiche
Società di consulenza e servizi biomedici
Centri di ricerca e sviluppo
Quanto guadagna un ingegnere biomedico?
Lo stipendio di un ingegnere biomedico varia in base a esperienza, specializzazione, settore di impiego e dimensione dell'azienda. I dati aggiornati al 2024-2025 mostrano una significativa variazione retributiva tra figure junior e senior.
Lo stipendio medio per un ingegnere biomedico in Italia è di 28.750 € lordi all'anno. La fascia retributiva più comune è compresa tra 25.411 € (25° percentile) e 34.250 € (75° percentile) all'anno (dati fino a dicembre 2025).
Come scegliere il percorso formativo in Ingegneria Biomedica?
Chi aspira a lavorare nel settore biomedicale deve costruire una solida formazione universitaria che integri competenze ingegneristiche, mediche e biologiche. Il percorso ideale prevede una laurea triennale in Ingegneria Biomedica, seguita da una specializzazione magistrale che permette di accedere alle posizioni più qualificate del settore.
Durante il percorso formativo è fondamentale acquisire sia competenze teoriche che pratiche, approfondendo materie come biomeccanica, ingegneria dei tessuti, dispositivi medici e tecnologie sanitarie. La formazione deve includere anche periodi di tirocinio presso aziende del settore o strutture ospedaliere per chi desidera conciliare studio e lavoro, la formazione telematica rappresenta una soluzione efficace.
L'Università San Raffaele Roma offre il corso di laurea triennale in Ingegneria Biomedica, progettato per fornire una preparazione completa attraverso una metodologia didattica flessibile che permette di seguire le lezioni online senza vincoli di orario.
FAQ - Domande frequenti su ingegneria biomedica
Quale laurea serve per diventare ingegnere biomedico?
Serve una laurea triennale in Ingegneria Biomedica (classe L-8 o L-9), seguita preferibilmente da una laurea magistrale (classe LM-21). È possibile anche conseguire una laurea in altri campi dell'ingegneria e specializzarsi successivamente in ambito biomedico.
Dove lavora un ingegnere biomedico?
Un ingegnere biomedico lavora in ospedali, aziende di dispositivi medici, società farmaceutiche, centri di ricerca, università e società di consulenza biomedica. Può operare in ambito industriale, clinico, commerciale o di ricerca e sviluppo.
È difficile trovare lavoro con ingegneria biomedica?
No, le prospettive occupazionali sono positive. Il settore registra una crescente domanda di professionisti qualificati grazie all'innovazione tecnologica in ambito sanitario e alla costante evoluzione dei dispositivi medici.
