
Università da non frequentante: come funziona
A differenza di quanto accade nella scuola secondaria, per la quale è richiesta la frequenza, quando ci si iscrive all’università nella maggior parte dei casi si può scegliere se assistere personalmente o meno alle lezioni. In questo articolo vedremo come funziona l’università da non frequentante e come funzionano le università online.
Come fare l’università senza frequentare i corsi
Seguire l’università da non frequentante è vantaggioso per diverse categorie di studenti. In primis, per chi studia e lavora in contemporanea. Anche se gli studenti lavoratori possono accedere a diverse agevolazioni, come permessi per studiare e sostenere gli esami, evitare di andare fisicamente in università per seguire le lezioni consente di risparmiare tempo.
Lo stesso ragionamento può essere fatto per chi ha impegni personali o familiari che difficilmente si conciliano con lo studio, come accade nel caso dei caregiver che si prendono cura di persone con disabilità o anziane, oppure di chi ha figli piccoli.
In altri casi, si opta per l’università da non frequentante per contenere i costi. È il caso di chi dovrebbe fare il pendolare e quindi spostarsi quotidianamente per raggiungere l’università, oppure di chi è studente fuorisede e dovrebbe trasferirsi in un’altra città.
Ogni studente può scegliere quali corsi seguire di persona e quali invece preparare come non frequentante. In questo secondo caso, solitamente lo studente si trova a dover studiare in autonomia, senza il supporto delle lezioni.
Nelle università online la didattica telematica elimina alla radice il problema della frequenza: le lezioni sono sempre accessibili nella piattaforma di e-Learning dell’ateneo e possono essere seguite in qualsiasi momento, anche in mobilità. Spesso per poter prenotare l’esame è richiesto di aver visionato una percentuale minima delle lezioni (solitamente almeno l’80%).
Questi atenei – come l’Università Pegaso, l’Università Mercatorum e l’Università San Raffaele Roma – sono riconosciuti dal MUR e i loro titoli di studio hanno lo stesso valore legale di quelli degli atenei tradizionali. Nella loro offerta formativa sono presenti corsi di laurea di primo e di secondo livello, così come master e corsi di specializzazione.
Quali sono le facoltà senza obbligo di frequenza
L’obbligo di frequenza è stabilito a livello di ateneo e di insegnamento. In linea di massima, è richiesta la frequenza nelle facoltà che richiedono lo sviluppo di competenze tecnico-pratiche, acquisibili solo tramite lezioni frontali.
Le facoltà in cui è più comune trovare l’obbligo di frequenza sono quelle in ambito medico-sanitario e alcune facoltà scientifiche, mentre la frequenza non è quasi mai obbligatoria nelle facoltà umanistiche o delle scienze sociali. Per gli insegnamenti in cui è previsto l’obbligo di frequenza, i docenti stabiliscono la percentuale minima di lezioni a cui è necessario assistere per poter sostenere l’esame. In genere, si considera frequentante chi ha presenziato ad almeno il 70 o l’80% delle lezioni. Chi è al di sotto di questa soglia dovrà frequentare di nuovo il corso per potersi iscrivere all’esame.Per gli insegnamenti senza obbligo di frequenza, invece, è sufficiente studiare il materiale indicato dal docente e iscriversi all’esame secondo le modalità stabilite da ogni ateneo.
FAQ
Studente pendolare: frequentare o non frequentare?
Le persone iscritte a un’università non particolarmente lontana dalla città di residenza possono scegliere se frequentare o meno le lezioni. Ogni soluzione presenta vantaggi e svantaggi che devono essere valutati e ponderati con attenzione per prendere la scelta giusta.
Quali consigli per seguire le lezioni da non frequentante?
Quando si segue un corso da non frequentante è essenziale prepararsi al meglio per affrontare l’esame. Oltre a verificare la bibliografia e le risorse condivise dal docente, è utile andare a ricevimento, per chiarire qualche dubbio o ricevere spiegazioni mirate, e recuperare gli appunti delle lezioni.